
Giorgio Mercuri
Biografia, opere, critica
Biografia
Giorgio Mercuri nasce il 10 Agosto 1962 a Senigallia, nelle Marche. Si forma presso il DAMS di Bologna laureandosi in fotografia col prof. Alfredo de Paz.
Frequenta il gruppo di pittori fondato da Francesca Alinovi, chiamato gli enfatisti, vive e partecipa al fermento artistico che si vive al DAMS agli inizi degli anni '80, scegliendo come forma di espressione la pittura, grandi formati e bianconero, colori preferiti dagli enfatisti.
Dal 1985 espone in mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Nel 2001 collabora come scenografo alla trasmissione in onda su Rai 2 "Il filo d'Arianna" di Lorena Foschini. Nel 2010 è presente all'Expo Shanghai; nel 2011 viene invitato alla 54° biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi.
Espone nel 2014 alla triennale di arti visive a Roma e nel 2015 nuovamente alla biennale di Venezia padiglione nazionale Guatemala dal titolo "Grazie Italia".
Nel 2017 espone al Theatre du Chene di Avignone (F) una rassegna curata da Salvatore Lombardo.
Sempre nel 2017 è presente alla giornata nazionale amaci del contemporaneo con la mostra dal titolo "Il pane nostro".
Nel 2018 espone alla galleria Satura di Genova, alla Fabbrica del Vapore a Milano e all'Artbox Groups a Zurigo.
Nel 2019 partecipa ad Arte Arcevia "Convivium" Palazzo dei Priori, Arcevia (AN).
Nel 2020 "Viaggi da Camera" in Fondazione Trussardi, Milano a cura di Veronica Nicoli e nello stesso anno presso la galleria Orler di Mestre (VE) partecipa alla collettiva
"L'arte non si ferma".
Successivamente è presente alla "Triennale di Arti Visive di Roma".
Nel 2021 partecipa al Premio Sgarbi a Ferrara e sempre nello stesso anno a cura di Veronica Nicoli è presente al Palazzo Parenti a Milano nella collettiva "L'Arte al tempo del Coronavirus".
Nel 2022 partecipa al Premio Fondazione Amedeo Modigliani al Premio Iconart a cura della Prince Group e alla galleria Gaudium di Napoli.
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Opere
Critica
"Nelle rappresentazioni di Giorgio Mercuri si vive un'ordine che scavalca la ragione, esce dai canoni tradizionali, per tradurre in motivi mentali una pulsazione originale estremamente interiorizzata.
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Il Contenuto è mediato dalla forma, le immagini levitano nello spazio temporale come narrazione e punto d'incontro per portare la sensibilità dello sguardo fuori da vecchi schemi, in un recupero di pulsazioni aperte che conducono alla libertà d'espressione per una lettura che è prima d'ogni tensione creativa tra l'artista e le forze della sua ispirazione.
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Giorgio Mercuri libera figure associative, cariche di forza espressiva e di ricchezza immaginifica, operando sullo spostamento progressivo per scarnificare e portare l'immagine, figlia delle sue idee, ad uno stato inventivo"
Mario Giacomelli
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"La vergogna si manifesta nei quadri di Giorgio, sembrano quadri spinti alla pornografia ma sono rare casualità che un pubblico particolare malizioso ne vede e si compiace con l'artista. Nulla di tutto questo pensare, spinto, non può essere programmato da Giorgio ma è una istintiva casualità di segni, forme e colori che sott'intendono appunto la vergogna come un fatto conclusivo dell'inconscio, suo pensiero d'artista"
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Walter Bastari
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"Agli esordi di quella che noi storici dell'arte curiosamente chiamiamo arte moderna, che va da Giotto al settecento, il paesaggio è stato sfondo e contorno delle scene sacre o profane. Solo alla fine del cinquecento ha assunto un valore autonomo, attraverso un nuovo sentimento della natura, che si evolve fino all'immersione cosmica ed emozionale nell'età romantica.
Fra questi due estremi temporali sono, all'origine, la raffigurazione quasi astratta del paesaggio colto, perchè frutto del lavoro dell'uomo, dei Lorenzetti o di Paolo Uccello, e, alla fine della parabola, gli impressionisti.
Nella nostra contemporaneità solo l'astrazione della fotografia di Giacomelli o una reinvenzione dell'immagine come archetipo culturale, che anche visivo, può ripercorrere questa strada.
E' l'aspetto più itneressante dell'opera di Giorgio Mercuri, che rielabora gli spazi colti e geometrici del paesaggio marchigiano, parte integrante del nostro essere, in una riflessione razionale ed astratta, che pure non prescinde dal senso cosmico della natura"
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Il soprintendente per il Polo Museale Napoletano
Lorenza Mochi Onori
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"Io più di altri critici in Italia, mi sono spinto ad applicare un metodo che in Francia ha una lunga tradizione nei "Salons des Refuse'es", nei quali fu possibile riconoscere in tempi non meno difficili e meno affollati, artisti come Manet e Gauguin.
Il diritto di "esistere" per un artista significa la possibilità di uscire dall'anonimato e dalla solitudine del suo studio. Garantisce un bene costituzionale, il diritto alla "creatività". Per conquistarlo è necessaria una testimonianza, il riconoscimento che intendo scoprire è la potenzialità di Giorgio Mercuri e prenderlo sotto la mia tutela descrivendone l'assenza della visione e dei pensieri, la scelta del suo lavoro è un documento di esistenza e di impegno artistico."
Vittorio Sgarbi
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Si sono interessati al mio lavoro Fulvio Carmagnola, Bianca Menna, Rosanna Barbellini Amidei, Cristiano Toraldo di Francia, Bruno Ceci, Andrea Bellini, Flaminio Gualdoni, Walter Gasperoni, Lorenza Mochi Onori, Enzo Carli, Mario Giacomelli, Giorgio de Marchis, Vittorio Sgarbi
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Contatti
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